Nel suo ventesimo anno di vita, Il Cabudanne de sos poetas sceglie di interrogarsi sul tema dei “Linguaggi”. Un tema ampio, profondo, che attraversa la parola poetica ma si spinge ben oltre: nel rispetto delle identità, nella rappresentazione corretta e non stereotipata della sordità, nella valorizzazione della diversità come ricchezza.
Rendere un evento accessibile significa consentire alle persone sorde di vivere pienamente l’esperienza, in modo che la sua propria presenza venga riconosciuta e valorizzata.
È con questo spirito che immaginiamo appuntamenti come quello di Seneghe, dove sul palco non troviamo soltanto un interprete, ma anche un professionista sordo che fa accendere i riflettori su ciò che significa non relegare la persona sorda al ruolo di osservatore, ma farne una presenza viva, attiva e fondamentale.
E questo non è un beneficio solo per la comunità sorda: è un guadagno per tutti. Perché la cultura è un patrimonio collettivo, e cresce quando si nutre delle differenze. Dare spazio e visibilità alle persone sorde significa arricchire l’intera società, aprendola a nuove forme espressive, nuove visioni, nuove modalità di comunicazione e a una sensibilità più ampia e profonda.
In questo contesto arriva a Seneghe una voce che ha molto da dire, anche usando la LIS: Mauro Mottinelli, psicologo, psicoterapeuta, psicopatologo forense, sarà protagonista di una delle anteprime del festival, lunedì 2 settembre alle 18.30 presso la Domo de sa Poesia. L’occasione è la presentazione del suo libro “Non ti sento ma ti ascolto” (Armando Editore, 2021), un testo potente, a metà tra autobiografia e saggio divulgativo, che affronta con chiarezza e passione i pregiudizi ancora radicati nei confronti delle persone sorde.
“I sordi possono fare tutto tranne sentire — scrive Mottinelli — ma quando si impegnano, a volte riescono a fare anche quello”.
Un messaggio forte, che mette in discussione luoghi comuni radicati, come l’uso errato e superato della parola “sordomuto”, e che restituisce dignità e complessità a una comunità “silenziosa” ma vivace, colorata, aperta, come l’autore stesso la descrive.
L’incontro sarà anche l’occasione per riflettere sul valore della Lingua dei Segni Italiana (LIS), di cui Mottinelli è formatore, guida e attivista, e che in Italia fatica ancora a ottenere il pieno riconoscimento come lingua a tutti gli effetti, nonostante la sua centralità nella vita di migliaia di persone.
A dialogare con l’autore sarà Camilla Cubeddu, mentre il servizio di interpretariato LIS sarà garantito da Simonetta Ortu, per garantire la piena accessibilità dell’incontro. L’appuntamento è realizzato in collaborazione con ENS Sardegna (Ente Nazionale Sordi), in un’ottica di costruzione condivisa e autentica di spazi culturali inclusivi.
La poesia, al Cabudanne, è anche questo: ascolto profondo, apertura, traduzione tra mondi. Un’occasione preziosa per conoscere una testimonianza rara, toccante e piena di forza. E per imparare che il linguaggio è molto più di suono: è relazione.